16 febbraio 2010

Estemporanea sulla storia del Teatro: il ruolo dell'attore.


Il soggetto fondamentale del teatro è l'attore, difficile portare in scena una commedia o una tragedia senza qualcuno che dia vita e parola alla scena scritta.
Ma non sempre gli attori sono stati adulati, fotografati, mitizzati e strapagati come ai giorni nostri, anzi!!
Facciamo un salto indietro, alle origini di tutto, nell'antica Grecia gli attori erano tutti uomini ed indossavano una maschera, questa aveva un significato rituale legato alla natura religiosa delle tragedie, infatti la maschera permetteva di "diventare altro da sè", l'attore indossando la maschera poteva diventare un mostro o un dio, un eroe o un'animale.
L'attore in questi tempi veniva chiamato hipokrités cioè "colui che risponde" all'inizio era colui che risponde al coro (la tragedia era un dialogo tra pochi attori e il coro che cantava o recitava sempre rivolgendosi all'attore) ma nelle lingue neo-latine si trasforma in ipocrita cioè colui che mente, che dice le parole di un'altro, che assume le sembianze di un'altro sempre nella falsità.
Gli attori inoltre erano pochissimi, massimo tre e l'uso della maschera permetteva ad un solo attore di sostenere più parti.
Nel Medioevo ancora persiste l'idea di attore come mistificatore che ammalia gli spettatori per la sua abilità di essere ciò che non è, trasformandosi in altro da se.
Da Tertulliano "Il teatro ha natura diabolica perchè il diavolo in persona si è posto come il primo attore dell'umanità, nel momento in cui si è camuffato da serpente per tentare Eva."
Ecco così gli attori alla stregua di demoni o indemoniati, posseduti dal più cupo dei peccati.
Solo nel Rinascimento abbiamo un piccolo cambiamento, il teatro si trasferisce nelle corti dei Principi e l'attore diventa un semplice cortigiano che si presta in questo nuovo genere di rappresentazioni, sono recitanti che cambiano di volta in volta non essendoci ancora le "professioni dello spettacolo".
A Venezia abbiamo la prima vera e propria compagnia teatrale "la Compagnia della Calza" in cui sempre lo stesso gruppo di attori inizia ad essere stabile e a portare in scena più spettacoli.
Bisogna puntualizzare che gli attori sono sempre uomini, che questo non è il loro lavoro, i "compensi" non bastano a sostituir la paga di un lavoro sicuro e son visti come i più peccaminosi tra gli uomini.
Si procede così fino alle Commedia dell'Arte quando anche le donne iniziano a calcare le scene, ma la loro reputazione è alla stregua di donne di compagnia che non disdegnano l'esser adulate e mantenute da ricchi gentiluomini, e così si passa dall'attore come demonio all'attore-meretrice che usa il proprio corpo per divertire ed affascinare.
Solo quando le compagnie teatrali inizieranno a girare per paesi e città il mestiere dell'attore diventerà lavoro a tutti gli effetti e mano a mano con il passare dei secoli si eleva da uno stato di degrado e corruzione fino ad arrivare ad essere uno dei mestieri più agognati.
Un gran bel cambiamento!

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